Epson incontra Luca Campigotto, artista raffinato, studioso di letteratura di viaggio e appassionato di cinema. È lui l'autore del Calendario Epson 2014, intitolato "Scenari".
I suoi viaggi, tra spazi metropolitani notturni immersi nell'illuminazione artificiale e sconfinati scenari desertici dove solo si intuisce la presenza dell’uomo, formano un percorso visivo unico, basato costantemente sulla tensione compositiva dell'inquadratura e l'uso scenografico della luce.
Luca Campigotto
Luca Campigotto è nato a Venezia nel 1962, dove si è laureato in storia con una tesi sulla letteratura di viaggio nell’epoca delle grandi scoperte geografiche. Proprio all’evocazione visiva dei luoghi legati alla Storia ha dedicato fin dall’inizio la propria ricerca fotografica. Con il suo primo lavoro in bianco e nero, Venetia Obscura, pubblicato nel 1995 e considerato ormai un classico della fotografia notturna, inaugura una serie di progetti realizzati di notte in varie città del mondo, tra cui: Milano, Chicago, Tokyo, Mumbay, Calcutta. Sempre su Venezia seguono: Molino Stucky (1998), L’Arsenale (2000) e Immaginario Notturno (2006). Nel 2007 pubblica la serie in bianco e nero Le pietre del Cairo, che si rifà alle atmosfere dei fotografi-viaggiatori dell’Ottocento. Il suo ultimo libro a colori Gotham City (2012) è frutto di un lunga ricerca d’ispirazione cinematografica su New York e, come sempre, unisce la forza compositiva delle inquadrature all’uso scenografico delle luci. Come nota il critico americano Marvin Heiferman: “Unendo lo sguardo indagatore del banco ottico con una sensibilità risolutamente romantica, Campigotto crea fotografie straordinarie e ammalianti in cui coesistono il presente e il passato, il desiderio e la nostalgia”.
Appassionato al mito del viaggio avventuroso fotografa, in contrappunto agli scenari urbani, anche molti paesaggi selvaggi. Una selezione di queste immagini è raccolta in My Wild Places (2010), uscito in occasione della mostra omonima a Palazzo Fortuny a Venezia. A proposito di questo lavoro, Walter Guadagnini ha scritto: “Queste fotografie slittano ben presto in un’altra dimensione, che è quella dell’immaginario. Un immaginario che davanti allo spettacolo naturale cerca non un Altro da sé, né la conferma delle proprie certezze, ma i modi per rendere visibile la dismisura dell’emozione”. Di prossima pubblicazione il volume Teatri di Guerra, sui luoghi di montagna italiani dove si è combattuta la Prima Guerra Mondiale, commissionato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri in occasione del centenario dello scoppio del conflitto.